La seta è un tessuto seducente, capace di smuovere mari e monti, re e imperatori, far ardere il cuore delle donne e la vanità degli uomini. Invita alla musica, alla poesia, al piacere aulico dei sensi.
La sua realizzazione ha visto, nel corso dei secoli, anzi, dei millenni, una storia infinita e densa di curiosità, leggende, aneddoti. Il territorio di riferimento è quello dell’Antica Cina, verso la quale gli europei hanno da sempre manifestato un interesse importante e con atteggiamenti altalenanti, nel segno del rispetto, della curiosità e del mistero. Perché sì, la seta è soprattutto, proprio come avviene al tatto, misteriosa e raffinata. Una caratteristica percepibile anche nei capi di 1st American, eleganti e semplici, da indossare, proprio come avviene nel caso della seta, in maniera sempre seducente.
A partire dalla fine del II secolo a.C, un intricato dedalo di percorsi ha collegato la Cina all’Occidente. Un itinerario lungo circa 8.000 chilometri che vede la presenza di deserti e oasi, fiumi e laghi, steppe e montagne, con una varietà paesaggistica impareggiabile e uno scambio culturale ricco di fermento.
Si tratta della cosiddetta Via della Seta, termine introdotto dal geografo e geologo tedesco Ferdinand von Richthofen, vissuto a cavallo di Ottocento e Novecento. In questo articolo vi raccontiamo qualcosa di più su quello che ha rappresentato la Via della Seta per secoli, tra aneddoti, curiosità e soprattutto tanta storia.
Gli scambi della Via della Seta
La Via della Seta è da considerarsi come una via di scambi a diversi livelli: economico-commerciale, filosofico-religioso e tecnico-scientifico. Un dialogo di importanza straordinaria per l’Europa e la Cina che ha coinvolto anche altri territori attraversati dalla via: quelli dell’Asia Centrale e Meridionale.
Al centro dei commerci, oltre alla seta, prodotti come il ferro serico, le pellicce, il legno di sandalo, le spezie, la carta, l’olio per vernice, le lacche, le pietre preziose (in particolare le giade), le porcellane, aromi e profumi: questi gli articoli provenienti dalla parte cinese.
Dalla parte indiana, invece, giungevano in Occidente il corallo rosso e l’ambra gialla, le scaglie di tartaruga e i tessuti di lana, i vetri colorati, le pietre preziose, l’argento, l’ebano, le corna di rinoceronte, ma anche la cannella, la noce moscata, il pepe nero e i chiodi di garofano, per citare i prodotti più diffusi.
Non è un caso se a dare il nome a questi scambi è stato proprio un tessuto come la seta, diventata, fin dall’antichità, il simbolo della Cina, tanto che i suoi abitanti erano definiti con il termine “seres” e la stessa Cina come “ser”, ovvero “paese della seta”, stando alle testimonianze di Greci e Romani.
Anticamente… Gli scambi della seta
I collegamenti esistevano già prima dell’era della pietra, nel Paleolitico, e portavano dai Pirenei fino alla Siberia: lo testimoniano i reperti archeologici ritrovati, come una statuetta femminile dell’Aurignaciano rinvenuta nei pressi di Krasnojarsk.
Le tratte si sono sviluppate un poco alla volta, per piccole vie. Quello che è certo è la vivacità degli scambi fin dalla fase iniziale, compresi quelli inerenti alla seta, un’arte millenaria la cui lavorazione è iniziata circa seimila/settemila anni fa.
Pertanto, l’esemplare più antico di tessuto serico giunto fino a noi risale a 5.500 anni fa. Si tratta di un frammento di garza lou ritrovato nel 1894 presso le rovine della cultura Yangshao a Xinyang, nello Henan. Non è il solo. Un altro ritrovamento rinvenuto di tessuto serico è avvenuto nei pressi di Huzhou, nello Zhejiang: la sua datazione è riconducibile a 4.700 anni fa ed appartiene alla cultura Liangzhu.
Inoltre, gli archeologi sono venuti a conoscenza dell’ideogramma della seta, la cui scrittura è stata trovata su ossa oracolari. Per non parlare del fatto che sono giunte fino a noi canzoni che raccontano della tessitura della seta e dei tessuti in seta, risalenti al primo millennio dopo Cristo.
Ulteriori reperti interessanti sono frammenti di sete cinesi datati intorno al 1500 a.C e ritrovati in tombe dell’Afghanistan Settentrionale, nonché fili attorcigliati nei capelli di una mummia egizia risalente al X secolo a.C, sepolta nella necropoli degli addetti del re a Tebe.
La Via della Seta presenta direttrici percorse in epoche remote e lontane, già risalenti all’età greco-romana, quando era nota, siamo ai tempi di Erodoto, prima della nascita di Cristo, come “Via Reale di Persia”. Una tratta che è in realtà fatta da molte tratte, legate alle migrazioni, ai sommovimenti economici, politici, militari. Al corso stesso della Storia, quella con la S maiuscola e fatta dalle persone.
La Via della Seta nell’Epoca Romana
Il contatto con i popoli del Levante, raffinati ed esotici, ha fin da subito instillato una curiosità senza pari presso i Romani, i quali ne hanno parzialmente assimilato usi, sfarzo, opulenza, almeno a partire dal I secolo d.C. Un mercato fiorente che ha tratto la sua origine dall’audacia di mercanti siriani, greci ed ebrei, intraprendenti e capaci di arrivare fino nel al cuore dell’Asia Centrale e nei porti dell’India, così da soddisfare le richieste di una società ricca e tendente all’otium.
Un fenomeno di tale portata che il Senato Romano si è trovato a emanare a più riprese decreti per proibire l’acquisto di metalli preziosi, in particolare l’argento, i quali però non furono mai realmente attuati, in quanto i beneficiari erano gli stessi della classe dirigente. Insomma, il fascino dell’Oriente e dei suoi prodotti era irresistibile.
Pensare, tuttavia, alla Via della Seta come a un qualcosa che vede Oriente e Occidente disgiunti non è realistico. Si tratta, infatti, di un’unica massa continentale, la quale si caratterizza per costituire un tutt’uno, in cui Europa e Asia si trovano interconnesse attraverso la terra ferma ma anche tramite scambi marini. Non a caso si parlava di Eurasia, una globalizzazione ante litteram in grado di superare qualsiasi frontiera, multietnica e allo stesso tempo multiculturale.
La forza della Cina era, nell’antichità, più commerciale ed economica che militare. Sotto questo punto di vista le popolazioni nomadi, come quelle mongole, erano decisamente superiori, ma i beni preziosi, e la stessa seta, rappresentavano un’arma diplomatica impareggiabile.
La Dinastia Han e l’unificazione della Cina
Uno dei momenti centrali, nella storia della Cina, è quello che ha visto la sua unificazione, avvenuta davvero lontano nel tempo. Un fattore che testimonia l’unità intellettuale e culturale cinese e che ha visto porre termine al periodo degli Stati Combattenti. Siamo nel 206 a.C, molto lontano con le lancette dell’orologio se si pensa a quanto tempo è occorso a uno Stato piccolo come l’Italia per trovare unità, millenni dopo.
Il primo imperatore della Cina è stato Qin Shi Huangdi, un uomo capace di lasciare una testimonianza concreta come quella del mausoleo con l’Esercito di Terracotta. Con lui finisce un sistema come quello feudale e inizia un periodo culturale durato secoli e che ha visto in Confucio un pensatore originale, uno dei più importanti di sempre.
La dinastia Han ha regnato per quattro secoli, dal 206 a.C fino al 221 d.C. Si caratterizza per una spiccata tendenza imperialistica, in grado di favorire la scoperta delle regioni Occidentale, con un’influenza estesa fino all’Asia Centrale, alla Corea e al Vietnam. Gli scambi lungo la Via della Seta non si sono interrotti e trovano testimonianze dettagliate negli scritti dell’epoca occidentale corrispondente: quella romana.
Dinastia Han e Impero Romano hanno avuto uno sviluppo parallelo. Fino alla loro permanenza è stato mantenuto il segreto della seta. Dopo, invece…
La scoperta del segreto della seta
Con la fine della Dinastia Han e la caduta dell’impero romano, le comunicazioni lungo la Via della Seta non si sono interrotte, anzi, hanno continuato fiorenti come prima. Si succedono, in Cina, diverse dinastie e il potere si trova sgretolato.
È a questo punto della storia che si verifica quello che per migliaia di anni era stato evitato. Viene portato il segreto della seta fuori dai confini cinesi, una scoperta, o furto, a seconda dei punti di vista, realizzato da parte dei bizantini intorno al 500 d.C., inerente all’importazione dei bachi da seta e dei semi di gelso, il cibo di cui questi animali si nutrono a sazietà, fino a scoppiare.
Sono diverse le leggende che ruotano intorno a questo evento. Ciò che appare plausibile è il fatto che l’allevamento dei bachi da seta sia stato introdotto a Bisanzio nell’epoca di Giustiniano, un fattore che ha portato la cultura della seta fuori dai territori originari, giungendo fino in Italia, dove è stata realizzata per la prima volta in Sicilia.
La produzione della seta è stata conseguita nel Belpaese fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Un vero peccato, essendo l’Italia l’esportatore numero uno a livello europeo e tra i più importanti nel mondo. Un patrimonio non andato completamente perduto, come testimonia la piccola produzione di alcune aziende del Made in Italy.
Gli sviluppi successivi della Via della Seta
Le tratte più importanti della Via della Seta sono state realizzate non solo attraverso le vie terrestri ma anche via mare. In tal senso un ruolo fondamentale lo hanno avuto gli arabi e i persiani, nel corso dei diversi secoli, come confermano le tracce lasciate nella letteratura e lo sviluppo dell’arte della cartografia, una delle basi della geografia.
I rapporti sono proseguiti a livello economico e commerciale, rivelandosi anche di tipo religioso, politico e persino artistico. Nell’epoca tra il XI e il XIV secolo la Cina ha visto uno sviluppo importante dal punto di vista urbanistico ed economico, privo di molteplici restrizioni e con maggiore stabilità per tale fioritura. Merito dell’aspetto logistico, favorito da un’immensa rete interna di tipo idroviaria, costruita su circa 50.000 km di vie d’acqua interne. Un sistema maggiormente privo di pericoli rispetto a quello realizzato tramite via marina.
Il sistema fluviale cinese ha influenzato le dinamiche della Via della Seta? Assolutamente sì e permetteva di implementare il trasporto via mare. Lo conferma l’esploratore italiano, veneziano per l’esattezza, più famoso di sempre, quando si parla di Via della Seta: Marco Polo. Egli narrò di grandi vascelli capaci di trasportare quantità notevoli di merce, tanto da contenere a bordo 600 marinai e 400 soldati.
È stato proprio l’investimento nelle opere pubbliche ad assicurare l’internazionalizzazione dell’economia cinese. Un traffico intenso non solo dalla Cina verso l’Occidente ma anche dall’altro senso, in particolare per quanto riguarda le località italiane di Genova e Venezia. A confermarlo è sempre Marco Polo.
A giocare un ruolo decisivo sono state, infatti, le cosiddette Repubbliche Marinare, assicurando all’Italia una posizione centrale, complice l’elemento geografico rilevante, di tipo strategico nell’ambito internazionale. Pur non navigando nella ricchezza, il Belpaese ha visto da sempre un importante sviluppo imprenditoriale.
I contatti con la Via della Seta sono stati, quindi, per secoli una risorsa importante per ambo le parti. Un filo rosso che è iniziato in un’epoca quantomai antica, come abbiamo visto, e che è stato capace di proseguire passando per il Medioevo e le Crociate, superando qualsiasi muraglia.
La testimonianza di Marco Polo sulla Via della Seta
Marco Polo ha fornito una testimonianza importante e impareggiabile, con il suo libro Il Milione. È stato il primo a descrivere la Cina, andando in profondità, nella sua interezza, dal punto di vista naturale e umano, ma anche il primo viaggiatore europeo a nominare Paesi fino ad allora sconosciuti, come il Tibet, la Birmania e il Siam, per fare degli esempi.
Vissuto tra la seconda metà del Duecento e il Trecento non ha avuto modo di vedere l’edificazione della Grande Muraglia ma ha saputo dare un quadro completo della Cina e dei traffici tra Oriente e Occidente. Attraverso quest’opera è quindi possibile venire a contatto con una conoscenza profonda del mondo asiatico e dei suoi itinerari, di straordinaria ricchezza e originalità, in un racconto complesso e difficilmente classificabile da un unico punto di vista, proprio come la Via della Seta.
Nota finale
Il nostro approfondimento sulla Via della Seta potrebbe proseguire ancora a lungo, visto che in realtà lo sviluppo degli itinerari non si è mai fermato. La Via della Seta, sotto forma di scambi e interazioni, è presente oggi come ieri, con modalità diverse, certo, ma non meno all’altezza del glorioso passato. La conoscenza di esso si rivela comunque molto importante per capire come e perché la cultura della seta sia giunta fino a noi, rivelandosi molto più di un semplice tessuto.